Concerti d'Estate / The Blossomed Voice vocal ensemble Chiesa di S. Quirico di Domodossola, giovedì 31 agosto, ore 21.00

La Cappella Musicale del S. Monte Calvario e i PP. Rosminiani, nell’ambito della stagione concertistica 2017,  propongono i



“CONCERTI D’ESTATE”
The Blossomed Voice vocal ensemble
Chiesa di S. Quirico di Domodossola, giovedì 31 agosto, ore 21.00
Federica Napoletani, soprano, Alice Rodari, mezzosoprano
Monica Delfina Morellini, Contralto
Claudio Poggi e Giovanni Fiandino, tenori
Massimo Savia, basso

In programma musiche di Salomone Rossi (1570-1630), William Byrd (1539-1623),
Orlando Di Lasso (1532-1594), Cristóbal De Morales (1500-1553),  Juan De Anchieta (1462-1523),
Urmas Sisask (1960), Ola Gjeilo (1978), Eric Whitacre (1970) e Pietro Ferrario (1967)

Un progetto, un percorso storico e musicale, una vera e propria ode alla Musica, compagna di vita, “coprotagonista” della storia dell’umanità, fedele e al contempo libera interprete del pensiero dell’uomo che, incapace di tradurli o esprimerli altrimenti, le affida da tempo immemore emozioni, ricordi, idee, preghiere, gesti o parole. Un omaggio all’emozione musicale e a grandi autori dal peculiare dono compositivo, proposto attraverso una miscellanea di generi e periodi storici, partendo dall’ambiente cortigiano rinascimentale sino alla musica contemporanea neoclassica. Già oggetto di ampi studi e riflessioni da parte di numerosi dotti e filosofi antichi, la musica venne studiata attentamente e profondamente ammirata da artisti, eruditi, architetti ed intellettuali umanisti e rinascimentali, che, affascinati in particolar modo dalla sua struttura regolata da norme e dettami matematici, la annoverarono tra le cosiddette artes liberales, ossia quelle arti nobili praticate dagli uomini colti e liberi, per il semplice diletto personale; un tipo di arte, dunque, intoccabile, di indiscussa ed indiscutibile perfezione. È a questo particolare periodo che appartengono alcune delle più belle pagine musicali mai scritte, così perfette nella forma quanto nel loro effetto catartico e di benessere per l’anima; ed oggi, dopo secoli di storia, in un mondo tanto diverso in cui non ci limitiamo più a classificare quale sia l’arte più elevata (moralmente e/o tecnicamente), un nuovo genere musicale trae ispirazione dall’insegnamento degli antichi, riportandone l’intensità armonica ed emotiva attraverso un nuovo stile compositivo, forse più “godibile” e orecchiabile della musica contemporanea alla quale si è abituati a pensare. Da diversi anni, infatti, il panorama corale mondiale ha conosciuto il rapido affermarsi di alcuni giovani compositori dall’indiscusso e riconosciuto talento, autori di un “nuovo” genere di musica che si ispira prevalentemente alla polifonia classica e antica, dalla struttura più o meno semplice, ma dalle armonie suggestive ed emotivamente coinvolgenti, particolarmente legate, inoltre, alla poesia di testi, per i quali viene spesso adottata la lingua latina. Siccome, quindi, le emozioni musicali possono essere (oltre che soggettive) particolarmente legate al periodo storico in cui nasce un certo tipo di musica, ebbene si vuole offrire, oggi, al vostro ascolto, un assaggio di quelle che, a parer nostro, si possono annoverare fra le pagine più significative e ricche della storia della musica. Opere squisitamente umane, squisitamente nostre; suoni, parole, voci, brani accumunati dal piacere del bello in quanto perfezione stilistica, del bello in quanto insieme di sensazioni che danno vita ad intense emozioni. Slegata da ogni concretezza, la musica possiede uno straordinario fascino impalpabile, astratta e inafferrabile come l’anima, e scaturita direttamente da essa. A poco o nulla servono i tentavi di descriverla con le semplici parole, poiché il miglior modo di coglierne l’essenza e la bellezza è lasciare che si esprima.

L’Ensemble nasce nel gennaio del 2008. I suoi componenti, avvalendosi di diverse esperienze e competenze musicali, contribuiscono ad approfondire l’interesse rivolto ad un contesto storico – geografico – musicale variegato, consentendo l’allestimento di un repertorio polifonico, profano e sacro, in cui si trovano composizioni originali, rivisitazioni, armonizzazioni, arrangiamenti, che vanno dall’evoluta arte compositiva rinascimentale, toccando anche i periodi successivi delle espressioni del canto popolare e folkloristico, arrivando alla musica leggera e contemporanea neoclassica. Tra i principali appuntamenti si annoverano le partecipazioni al 49° CONCORSO INTERNAZIONALE DI CANTO CORALE “SEGHIZZI” a Gorizia rientrando nella FASCIA ORO delle valutazioni e dal quale ne conseguono i seguenti risultati: 1° PREMIO nella CATEGORIA Rinascimento – Barocco; PREMIO FENIARCO al complesso italiano che ha ottenuto il maggior punteggio assoluto; PREMIO SPECIALE GRUPPI CAMERISTICI al gruppo cameristico meglio classificato; PREMIO SPECIALE OFFERTO DAL COMUNE DI FERRARA per la migliore esecuzione di un brano polifonico di un compositore della Corte Estense; DIPLOMA DI FINALISTA AL XXII Grand Prix Seghizzi 2010 – 3° Trofeo delle Nazioni, all’8° Festival Internazionale “Seghizzinregione” presso il Teatro Pasolini di Cerviniano (UD), alla Rassegna Internazionale “Incontro con la Polifonia” presso il Teatro Rex di Giarre (CT), al concerto di Natale presso la Galleria Sub Alpina di Torino nel contesto della Rassegna Corale Internazionale Natalizia “Torino coi fiocchi” aspettando il Festival Europa Cantat 2012, alla trasmissione radiofonica di RAI Radio 3 “Piazza Verdi”, condotta dalla giornalista e critica musicale Gaia Varon, all’“AlpenChor Festival Oberwallis 2012″ di Briga, all’8° CONCORSO NAZIONALE DI CANTO CORALE “CITTA’ DI BIELLA” (BI) vincendo il 2° PREMIO nella sezione Ensemble solistici e Gruppi Vocali, alla XXII e alla XXV edizione del “Festival Internazionale Massimo Amfiteatrof” di Levanto (SP), al “ControFestival delle Settimane Barocche di Brescia – IX Festival Internazionale di Musica Antica” nella Chiesa barocca di San Giorgio, alla Masterclass tenuta dal M° Stephen Connolly, storico basso del celebre sestetto inglese “The King’s Singers”, alla VII stagione del Festival “Aubes Musicales” di Ginevra (CH), al “Terre di Maremma Classica – Jazz Festival” 2015 a Grosseto, al Milano EXPO 2015 nella Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore di Milano, alla XX edizione della Rassegna “I Vespri Musicali” in Santa Maria del Carmine a Brescia.  Nel febbraio del 2012 il gruppo presenta il suo primo CD “Madrigali, Balletti e Villotte, viaggio tra le corti europee del XVI-XVII secolo”, dedicato alla musica rinascimentale profana (“È una compagine vocale che ha un livello di perfezione interpretativa in grado di affrontare qualsiasi stile [..] Da esperto posso dire che non sfigurerebbe nelle maggiori situazioni concertistiche mondiali”, commento del M° Fabio Vacchi). Nel settembre 2015 l’ensemble presenta il suo secondo CD intitolato “A Better Day”, dal sapore profano, dal 1500 alla musica leggera e pop degli anni ’60 e ’70 di matrice soprattutto americana, con un doveroso tributo ai 50 anni dalla prima (ed unica) tourneè Beatlesiana in Italia.

L’attività concertistica della Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario è sostenuta dall’Istituto della Carità – PP. Rosminiani, dalla Riserva Naturale Speciale Regionale del S. Monte Calvario, dalle Parrocchie di Villadossola e di Calice, con la Fondazione CRT.

CULTURA Simposi rosminiani: chiuso a Stresa il corso su “Riforma: del pensiero, della società, della Chiesa”


Si è concluso  a Stresa, il diciottesimo corso dei Simposi rosminiani, dedicato quest’anno al tema “Riforma: del pensiero, della società, della Chiesa”. Stamattina sono intervenuti Ludovico Maria Gadaleta, che ha presentato l’edizione critica dell’opera “Della naturale Costituzione della società civile”, Samuele Francesco Tadini che ha illustrato l’edizione critica dell’opera “Annotazioni di Rosmini ai Primi elementi di Costantino Giuseppe” e Umberto Muratore che ha chiuso i lavori con il tema “Rosmini: riforma del pensiero come antologia della carità”. Gadaleta ha parlato, nell’ambito dell’opera presentata, delle idee che Rosmini aveva di riforma politica e del suo inquadramento nella filosofia del diritto, di giustizia sociale, cioè di come il cittadino deve essere garantito dallo Stato e del concetto di diritto naturale. Tadini ha discusso della seconda opera riflettendo sul pensiero del Principe Costantino Giuseppe, della sua profondissima cultura ma anche dei suoi errori teologici; ha inoltre illustrato la figura di Rosmini come postillatore e curatore dell’opera.
Il direttore del Centro internazionale di studi posminiani, padre Muratore, ha dato uno sguardo complessivo della tematica sviluppata nel simposio facendo riferimento al pensiero rosminiano: all’ontologia, all’umiltà e al coraggio del filosofo, al discorso sull’Essere come principio e contenitore massimo di tutte le conoscenze umane. “Il limite delle creature è che non possono giustificare la loro propria esistenza”, d’altra parte “non è possibile dimostrare la necessità della creazione perché è atto libero d’amore”. Il relatore ha anche parlato della “facoltà morale” che consiste nel “fare la carità nella verità”.
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Turisti, fame di arte e di sapori



Aumenta il numero di italiani che visitano la città per scoprire luoghi nascosti e immergersi nella vitalità delle piazze. Tante le famiglie con figli che scelgono di fare una gita tra Prato della Valle, la basilica di Sant’Antonio e la Cappella degli Scrovegni. Ancora in pochi, però, si fermano a Padova per più giorni consecutivi: il turismo è “mordi e fuggi”, la gita spesso si chiude nel giro di una giornata. È quanto emerge dall’analisi condotta dalla guida turistica autorizzata Maila Bertoli, che da anni lavora sul territorio patavino.

L’identikit del turista. «Abbiamo notato la presenza di tanti turisti americani, tedeschi e russi» racconta Maila Bertoli, «ma la particolarità di quest’anno sono i visitatori italiani che arrivano a Padova per riscoprire la città sotto diversi punti di vista. Non si fermano solo a un primo giro generale, ma tornano anche due o tre volte per approfondire luoghi o temi di loro interesse. Come guida, cerco sempre di arricchire gli itinerari standard con siti minori e curiosi». Tante le coppie che dopo essere state a Venezia, si fermano a Padova. «Tutti rimangono entusiasti» aggiunge la guida, «chi associa Padova a Venezia rimane piacevolmente stupito. Del resto la nostra città non è solo la Cappella degli Scrovegni, ma molto di più». Cresce il turismo culturale a fianco dei propri figli, tanti genitori scelgono di visitare Padova con bambini e ragazzini a seguito.

I luoghi visitati. Padova presenta numerosi punti di interesse, dai tradizionali a quelli meno noti. Al di là della Cappella degli Scrovegni, dove Giotto ha dipinto uno dei suoi capolavori, in pochi conoscono tutti i musei, i giardini, le chiese, e i vari monumenti nascosti tra le piazze. «I turisti richiedono di più Prato della Valle, la basilica del Santo, l’Università e il Pedrocchi» conferma Maila Bertoli, «la Cappella degli Scrovegni in genere la lascio per ultima, al termine del percorso. È una realtà che devi vivere dopo aver conosciuto bene chi hai di fianco: arrivare davanti agli affreschi di Giotto è un’apoteosi vissuta assieme ai turisti. La Cappella degli Scrovegni è molto richiesta dalle aziende come visita-premio per i dipendenti o dai gruppi che organizzano congressi e meeting in città». Uno dei punti forti rimane il Santo. «Da un lato la basilica di Sant’Antonio attrae il turismo religioso, con un bacino d’utenza da tutto il mondo» sottolinea la guida, «tanti indiani mi raccontano la loro storia di vita davanti al luogo di preghiera. Dall’altro lato attrae il turismo culturale: la basilica e l’adiacente oratorio traboccano di arte». Anche il teatro anatomico ritaglia la sua fetta di interesse, soprattutto da parte dei turisti americani. 

La vita e la gastronomia. Quello che stupisce di più gli stranieri è la vita all’interno delle piazze. Tra nozioni di storia e opere d’arte, c’è chi non rinuncia allo spritz all’ombra del Salone. «Quando propongo ai turisti di mangiare “folpi” o tramezzini caldi di pomeriggio, più di qualcuno storce il naso» racconta Bortoli, «ma dopo il primo assaggio si lasciando andare con grande piacere alle tradizioni enogastronomiche padovane. L’impressione è che questa città lasci sempre un buon ricordo di sè in chi la visita».

Mattino Padova