Rosmini al Sacro Monte Calvario di Domodossola

Antonio Rosmini venne ad abitare al Calvario il 19 febbraio del 1828, che in quell’anno era il martedì precedente le “Ceneri”: il giorno successivo, 20 febbraio, iniziò la Quaresima nella preghiera e nel digiuno cercando di comprendere cosa la volontà di Dio volesse da lui, e così diede inizio all’Istituto della Carità.
La “cella” al Sacro Monte Calvario dove il beato Antonio Rosminì abitò
ed il 20 febbraio 1828 fondò l'Istituto della Carità (Padri Rosminiani)
Sulla cella, angusta e poverissima in cui aloggiò, era scritto, ed è ancora, il motto di Geremia: «Bonum est præstolari cum silentio salutare Dei» (È bene attendere nel silenzio la salvezza di Dio) [Lam 3,26]. Dal Calvario così egli scriveva per la prima volta alla madre:
«Un’altra cosa mi fa caro l’essere qui (ed è ben la principale), l’essere questo monticello tutto dedicato alla passione del Signore, con la Chiesa divota in casa e cappelle tutto d’intorno al Monte con dentrovi i passi della Via Crucis; una grande quiete, una vera solitudine. Non c’è in casa che un canonico, Rettore della Chiesa; ma egli ha un’abitazione tutto distinta dalla nostra: nella nostra sono io, don Andrea, e Pietro che fu de’ frati conventuali di S. Francesco che erano qui nel paese, e che sono andati nel comune naufragio. I nostri due conversi ci fanno il mangiare parco e medicinale, e ci servono».
(Epistolario Completo, Lettera 805, Alla Nobile Signora Giovanna Rosmini
a Rovereto – 
Domodossola, 9 aprile 1828, vol. II, p. 452).

Il  18 novembre 2007
in una solenne celebrazione
Rosmini
venne beatificato,
e da quel giorno
nella sua "cella" al Calvario,
venne esposta alla venerazione dei fedeli che vi transitano,
una sua reliquia.

Nella "Cella" del Calvario di Domodossola
Antonio Rosmini abitò:
nel 1828:
nel 1830/31:    
nel 1831:
nel 1832/33:
nel 1834:
nel 1836:
nel 1837/38:
nel 1838:
nel 1839:
nel 1840:
nel 1844:
nel 1845:
nel 1851:
dal 18 febbraio al 28 luglio;
dal 13 maggio al 9 aprile;
dal 26 agosto al 24 ottobre;
dal 21 luglio al 25 aprile;
dal 30 giugno al 18 luglio;
dal 19 maggio al 20 giugno e dal 31 luglio all’8 agosto;
dall’8 aprile al 31 maggio;
dall’11 luglio all’8 ottobre e dal 18 ott. al 26 novembre;
dal 5 marzo al 2 aprile;
dal 21 al 25 marzo;
dal 24 al 25 marzo e dal 12 al 13 ottobre;
dall’11 al 12 luglio;
il 10 ottobre, quando fece il «Discorso della Carità».

Nella "Cella" del Calvario di Domodossola
Antonio Rosmini scrisse:

  • nel 1828: iniziò  le Constitutiones Societatis a Charitate noncupatæ;
                                 il Galateo dei Letterati;
  • nel 1831: iniziò il Trattato della Coscienza;
                                i Principi di Scienza Morale;
  • nel 1832/33: iniziò l’Antropologia Naturale;
                                     l’Antropologia Soprannaturale;
  • nel 1833: terminò le Cinque Piaghe della santa Chiesa;
  • nel 1837/38: rifuse l’Antropologia Soprannaturale;
                                     e La Società e il suo Fine.
tratto da http://www.sacromontecalvario.it/

Turismo religioso, i cammini fenomeno di massa del futuro.


I cammini dell'Italia Centromeridionale saranno il vero fenomeno turistico del futuro. Boom via Francigena. Lungo la via Francigena le presenze sono aumentate del 30 per cento in un anno con trend in crescita molto interessante soprattutto là dove vi sono stati investimenti in strutture ricettive e segnaletica. "Possiamo dire con sicurezza che i Cammini dell'Italia centromeridionale rappresenteranno le mete più ambite per il turismo in Italia.Nella sola Francigena Nord le presenze di camminatori hanno superato i 10mila ma è probabile che sfugga a questa contabilità un gran numero di persone che non alloggiano negli ostelli ma in altro genere di strutture". A dichiararlo Marco Aguiari, presidente del comitato della Francigena Sud.
"L'80 per cento dei camminatori sarebbero italiani; di questi solo il 60% conclude il proprio cammino a Roma – ha proseguito Aguiari - il che significa che almeno il 40 per cento è composto da persone che ne percorrono solo alcuni tratti per il tempo massimo di una settimana e qui possono, a buon diritto, essere classificati nell'ambito dei turisti. Va anche detto che ben oltre il 50 per cento dei camminatori è donna. Se questi numeri hanno la capacità di rappresentare una realtà allora è possibile capire cosa abbia determinato questo successo e se sia replicabile nell'Italia centromeridionale considerando le attrattive naturali e culturali che possono giocare un ruolo. E anche la Sardegna è pronta a giocarsi le sue carte: nell'Isola è già realtà il percorso francescano, e non solo.
sardegnaoggi.it

Domo: due appuntamenti in musica al Sacro Monte Calvario

Il primo concerto si terrà domenica 18 dicembre alle ore 18.00 nell’Oratorio domestico dell’Addolorata, nel Convento dei PP. Rosminiani al S. Monte Calvario di Domodossola, con ingresso dalla porta di sinistra del presbiterio del Santuario del SS. Crocifisso.
Il gruppo vocale e strumentale Il Convivio Rinascimentale, eseguirà il Dialogo Pastorale al Presepio di Giovanni Francesco Anerio (1567-1630) composto da sedici madrigali spirituali per coro a tre-sei voci miste, due flauti a becco e basso continuo e du Cantate Natalizia di Marc-Antoine Charpentier (1643-1704) per soli, coro a tre voci miste, due flauti a becco e basso continuo. Il secondo concerto si terrà mercoledì 28 dicembre nella Collegiata dei SS. Gervaso e Protaso e verrà presentato, nei prossimi giorni, con un apposito comunicato.
I concerti sono resi possibili grazie alla sensibilità dell’Assessorato alla Cultura della Città di Domodossola, della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario, dell’Istituto della Carità – PP. Rosminiani, delle Parrocchie di Calice e dei SS. Gervaso e Protaso di Domodossola, con il prezioso sostegno della Fondazione CRT.
Venerdì 16 dicembre alle ore 19.15 presso la Biblioteca Civica "F. Camona" di Gravellona Toce, presentazione del libro edito Evolvo Edizioni "Due caffè", un libro, due romanzi. Contenente il romanzo inedito "Malerba" dello scrittore Giuseppe Baviera, e il romanzo inedito "L'ultimo giro di boa" dello scrittore Mirko Zullo.
La serata, a cui saranno presenti gli autori, sarà anche occasione gradita per un breve bilancio delle nostre iniziative passate e per qualche anticipazione per il nuovo anno.
vcoazzurratv

Cardinale Corti: ho imparato che cosa è la fede anche da Rosmini

Esistono oggi modelli che ci inducono a riscoprire e avere fede? «Sì, ci sono, e sono fra noi, basta cercarli» dice il neocardinale Renato Corti. Il vescovo emerito di Novara è tornato per un giorno nella Cattedrale della sua città, per celebrare messa e incontrare i fedeli che gli sono stati vicini oltre 25 anni. Ricevuta la berretta da Francesco, il neo porporato (l’unico italiano nominato durante l’ultimo Concistoro) ha voluto dedicare una giornata, così come aveva promesso, alla città piemontese, accolto dall’attuale vescovo Franco Giulio Brambilla, vicepresidente della Cei. Entrambi lombardi e originari del Lecchese, entrambi cresciuti e fortemente legati al cardinal Martini. 

«Parlare di fede oggi - dice Corti - non è facile, anche se tutti proclamiamo il proposito di vivere quella grande fede evocabile soltanto in alcune figure. Ma oggi in che situazione ci troviamo? Pensando a noi ci accorgiamo che molte realtà sono lontane dal Vangelo e dalla fede, sino a farci dubitare. Tanto da esclamare: questi fatti del mondo ci distanziano da Gesù, me lo fanno sentire come un maestro di oltre duemila anni fa. Che cosa rispondere a questi dubbi e interrogativi, che dire a chi vacilla sulla fede?». 

Il cardinale cita tre persone e tre situazioni diverse. La prima: «Un prete albanese che il 19 di novembre, durante il Concistoro, era accanto a me. Avrei voluto inginocchiarmi e baciargli i piedi, lui ha rischiato la pelle per la fede. Arrestato nella notte di Natale del ’63 come nemico del popolo, venne condannato a morte, pena poi commutata in 25 anni di lavori forzati durissimi. Nonostante si trovasse in quell’abisso non ha mai perso la fede. Noi,invece, la feriamo semplicemente per qualche sciocchezza. Lui è riuscito a dire messa tutti i giorni, è stato liberato nel ’90». Corti si riferisce Ernest Simoni, l’unico sacerdote, ancora vivente, testimone della persecuzione del regime di Enver Hoxha, che proclamò l’Albania il primo Stato ateo al mondo. Nato a Scutari, visse 11.107 giorni di prigione e lavori forzati (muratore, minatore, poi addetto alle fognature). E anche l’unico prete nominato cardinale dal Papa. «Di fronte a un uomo così - aggiunge Corti - che cosa dovrei dire di me stesso, che non ho fatto nulla. Ecco uomini dell’oggi, che testimoniano la fede, esistono, sono il futuro della Chiesa». 

L’altro modello indicato è ancora un sacerdote sconosciuto, don Giuseppe Rossi. «Un pretino - lo definisce - che fu parroco a Castiglione Ossola, ai confini con la Svizzera. Fu ucciso dai nazifascisti nel ’45, avrebbe potuto nascondersi e fuggire, ma gli stavano a cuore i giovani del suo paese e rimase. Durante la mia missione vescovile nella diocesi novarese, tutti gli anni salivo lassù per ricordarlo con i parrocchiani». 

Infine, ma non ultimo, Antonio Rosmini, l’abate beatificato proprio a Novara nel 2007, durante l’episcopato di Corti. «Rivolgendosi a Dio diceva: disponi di me come più ti piace, mi offro e sacrifico il sangue e la vita per il tuo amore. Il giorno in cui morì, il primo luglio, era la festa del preziosissimo sangue. E ora - conclude Corti - che ho addosso un abito color sangue ho motivo in più per dare spazio a figure come queste».  
lastampa.it

Doppio appuntamento musicale al Calvario per le festività natalizie

La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario e l’Istituto della Carità, per le prossime festività natalizie, nell’ambito della stagione concertistica 2016, propongono due appuntamenti.
Il primo concerto si terrà domenica 18 dicembre alle ore 18.00 nell’Oratorio domestico dell’Addolorata, nel Convento dei PP. Rosminiani al S. Monte Calvario di Domodossola, con ingresso dalla porta di sinistra del presbiterio del Santuario del SS. Crocifisso.
Il gruppo vocale e strumentale Il Convivio Rinascimentale, eseguirà il Dialogo Pastorale al Presepio di Giovanni Francesco Anerio (1567-1630) composto da sedici madrigali spirituali per coro a tre-sei voci miste, due flauti a becco e basso continuo e du Cantate Natalizia di Marc-Antoine Charpentier (1643-1704) per soli, coro a tre voci miste, due flauti a becco e basso continuo.
La voglia di eseguire pagine di musica sacra e profana del periodo rinascimentale e barocco hanno spinto alcuni estimatori di musica antica alla costituzione del gruppo vocale e strumentale IL CONVIVIO RINASCIMENTALE. Il progetto musicale curato dai musicisti vuole creare un equilibro tra il rispetto della prassi esecutiva del tempo e l'approccio interpretativo dell'esecutore moderno. Il gruppo si è esibito per la prima volta al pubblico presentando il concerto “Musiche alla corte dei Silva”, curato da Dario Gnemmi e tenutosi nell’ottobre del 1997 nella Sala delle Armi di Palazzo Silva a Domodossola, per l’occasione riaperta al pubblico dopo una chiusura quasi ventennale; ha inoltre proposto l’esecuzione, in collaborazione con la Schola Gregoriana del Sacro Monte Calvario, del Passio D. N. Jesu Christi Secundum Marcum di Orlando di Lasso, della Messa Solenne del Corpus Domini, con l’esecuzione della Missa IV toni di Tomas Luis de Victoria, e della Messa Solenne degli Apostoli, con l’esecuzione della Missa Sine Nomine a 4 voci, di Giovanni Pierluigi da Palestrina; in collaborazione con l'Ensamble “Clemente Rebora” ed il Liceo Musicale di Omegna ha proposto alcuni passi della Messa per Pace di Karl Jenkins. Cura inoltre l’esecuzione delle parti della Turba nel canto del Passio della Domenica delle Palme e del Venerdì Santo, nelle solenni celebrazione del Sacro Monte. Unitamente alla Corale di Calice, alla Schola Gregoriana del S. Monte Calvario e alla Camerata Strumentale di S. Quirico dà vita alla Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario di Domodossola.
Il secondo concerto si terrà mercoledì 28 dicembre nella Collegiata dei SS. Gervaso e Protaso e verrà presentato, nei prossimi giorni, con un apposito comunicato.
Il concerti sono resi possibili grazie alla sensibilità dell’Assessorato alla Cultura della Città di Domodossola, della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario, dell’Istituto della Carità – PP. Rosminiani, delle Parrocchie di Calice e dei SS. Gervaso e Protaso di Domodossola, con il prezioso sostegno della Fondazione CRT.

Presepi sull’acqua nella Val d’Ossola. Quaranta allestimenti da scoprire in un percorso tra piccoli borghi di montagna

Tra le cime imbiancate dell’Alta Ossola, al confine con la Svizzera, si svolge fino all’8 gennaio l’evento Presepi sull’acqua, un inedito ed emozionante percorso tra più di 40 presepi allestiti in un territorio poco conosciuto, nel Piemonte settentrionale. E’ l’occasione per scoprire Crodo e le sue frazioni, piccoli borghi di montagna vicini alle tradizioni walser, che in questo periodo regalano un’atmosfera magica e suggestiva.
Le installazioni protagoniste di Presepi sull'acqua sono i tradizionali elementi architettonici del territorio - fontane, lavatoi, fiumiciattoli – affiancati ad allestimenti innovativi. Per tutto il periodo delle Feste ogni presepe verrà curato, acceso o spento e conservato al meglio per permettere a ogni visitatore di ammirarlo in un qualsiasi momento del giorno e della notte; armati di una mappa dettagliata, infatti, i visitatori potranno viaggiare da un presepe all’altro in questa inusuale mostra open-air. La mappa e i percorsi sono scaricabili sul sito: www.crodoeventi.it, dove si trovano anche le indicazioni per ristoranti e alberghi della zona, nel caso in cui si prolungasse la visita per conoscere meglio l’Alta Ossola.
L’evento, inoltre, prevede anche un calendario di appuntamenti collaterali, come la mostra Uomini Macchine Dighe negli spazi espositivi del foro Boario di Crodo, che documenta attraverso fotografie d’epoca la costruzione delle imponenti dighe del territorio nel Novecento e l’impegno degli uomini che vi lavorarono. Altri eventi interessanti sono il concerto di santo Stefano con il “Corpo musicale di santa Cecilia” di Crodo; la rappresentazione del presepe meccanico animato, a cura del gruppo teatrale varzese, con degustazioni nel giardino della centrale idroelettrica Ettore Conti di Verampio, in programma il 27 dicembre. Infine c’è l’Epifania in festa, manifestazione al foro Boario di Crodo e, a Cravegna, l’esibizione del coro Valgarina.
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Manzù e Fontana, un dialogo spirituale


ROMA - La ricerca della dimensione spirituale che ha idealmente accomunato due maestri del '900, Giacomo Manzù e Lucio Fontana, è al centro di una grande mostra allestita dall'8 dicembre al 5 marzo nelle sedi di Castel Sant'Angelo e del Museo Manzù di Ardea (Roma). Esposte quasi 70 opere, provenienti da importanti raccolte pubbliche e private, in grado di restituire il dialogo profondo e vissuto tutto a distanza tra questi protagonisti della scena internazionale, che, ognuno a suo modo, si sono interrogati sulle implicazioni e potenzialità dell'arte sacra con esiti potenti.
Con il titolo 'Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana', la rassegna è stata organizzata dal Polo Museale del Lazio con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e in collaborazione con il comune di Ardea e la Fondazione Giacomo Manzù, nonché con l'università la Sapienza, il dipartimento di Architettura e Progetto e lo Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma. Se la cura scientifica della mostra è di Barbara Cinelli (università di Roma Tre) insieme a Davide Colombo (università di Parma), l'allestimento di indubbia suggestione è di Pisana Posocco e Filippo Lambertucci, con il coordinamento di Sonia Martone (Polo Museale del Lazio). Non era infatti semplice presentare al pubblico sculture, disegni, acquarelli concepiti in solitudine sia da Manzù sia da Fontana, turbati dalla tragedia della guerra e dagli orrori dell'Olocausto, tanto da ricercare, proprio attraverso la spiritualità, la rinascita dell'uomo.
La scelta espositiva è stata quindi quella di mantenere la separazione fisica dei due maestri, ospitando l'opera di Manzù negli spazi di Castel Sant'Angelo, mentre i capolavori di Fontana si possono ammirare nel museo di Ardea, fortemente voluto dallo scultore bergamasco. "Lo scopo - ha spiegato la curatrice intervenendo alla vernice per la stampa - era di dare al pubblico un'immagine della produzione di Manzù fuori dagli stereotipi". Dell'artista, che è soprattutto ricordato per la serie dei celeberrimi 'cardinali' e per la realizzazione (partecipa al concorso nel '49 e la porta a termine nel '64) della Porta della Morte della Basilica di San Pietro, "viene data spesso - ha detto la Cinelli - una lettura in chiave religiosa e autoreferenziale, intesa in modo astorico". Invece Manzù, prosegue la studiosa, approfondisce la sua riflessione fin dal '39, alla vigilia del conflitto mondiale che lo scuote al punto di interrogarsi su quell'assenza di umanità. Perciò approda a un nuovo sentire legato alla passione di Cristo e realizza una serie di formelle che, esposte per la prima volta a Milano nel 1941, destano scandalo per la rappresentazione anti-canonica delle vicende sacre. In questo tentativo di stabilire un dialogo vivo e fruttuoso con l'arte contemporanea (come dimostra la partecipazione al concorso per la porta di San Pietro), la strada di Manzù non è dissimile dalla scelta di Lucio Fontana, che, nello stesso periodo, tenta di rispondere a interrogativi molto simili proponendosi nel 1950 per le porte del Duomo di Milano.
Il Museo di Ardea, rinnovato per l'occasione, riunisce 30 fra sculture e disegni di Lucio Fontana. Significativi, fra gli altri, due bozzetti e una formella per la Porta del Duomo di Milano, dai Musei Vaticani, come pure una serie di altri importanti lavori concessi in prestito dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Grazie al numero e soprattutto alla qualità, le opere di Fontana stabiliscono dialoghi inediti e fruttuosi con i capolavori della collezione permanente di Manzù.
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